fuori dal cielo
Fuori dal cielo scompongono
il gran dormiveglia notturno
lo stress e la frenesia urbana
si stagliano in entrata e ne
riescono, secondo un processo
speciale, con procedimenti
esclusivi: le erbacce di un
campo da gioco in disuso si
apprendono a strappo, si
strusciano dietro di te, non
sembrano morbide al tatto.
Ti scagliano molto
lontano, ritrovo dei pezzi di
mano nella mano sul perno riprovo a
cercare ma invano: nelle
magre di latte sotto al buio contro il
foro del tappo farraginoso; le dure
giornate piacevoli e notti pieghevoli a
scatto s’appendono, a fare
provviste di poca soddisfazione
a farsene, più raramente, una
buona ragione
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