l'estate di Nader Ghazvinizadeh
al ramo morto, dei barconi insabbiati
noi non volevamo andare al mare,
ma risalire il fiume al primo campanile
e in mezzo al fiume c’è il paese con le piazze al vento
quando si perde l’argine maestro,
e si esce nel mare muto, che è già mare aperto
si perde anche il fiato, viene paura ascoltare la radio
che parla delle navi e degli altri mari
viene voglia di tornare indietro
come per cena e noi ci perdiamo nei bicchieri d’acqua
Etichette: estate
8 commenti
Altri suoi testi nella rivista Tabard, nel numero "chi ha paura del postmoderno?", pp. 79-82.
www.rivistatabard.it
e che bel ragazzo!
ma che bel jesterone
pero` gran tacchino per lui
e non avete ancora letto l'ultima mirabolante poesia di questo talento...si intitola "pescatori"..."pensieri decisivi, umori relativi: barche ALLA DERIVA sul Po"...che dire, non ho parole, questo e' BRAVO BRAVO, ne sentiremo parlere a lungo
STATE BENONE
Sono appena tornato da Ancona dove ho avuto il piacere di ascoltare alcune splendide poesie di questo sublime scrittore. Ho apprezzato in particolare il suo ultimo capolavoro: Allenatori.
Così recita il sommo poeta:
Schemi rivedibili,
molle discutibili,
esoneri oltremodo prevedibili...
Versi davvero toccanti che,oltretutto,fanno riferimento ad una storia realmente accaduta.
Saluti da Brodo
Conosco personalmente Nader. E' una persona splendida, un gentiluomo d'altri tempi, eccentrico, spiritoso. Detto in bolognese, un "sugèt".
Come allenatore, su di lui ci sono due scuole di pensiero:
1) E' avanti dieci anni.
2) Non ci capisce un acca.
Io propendo per la prima, basta avere pazienza e seguirlo.
Sì Nader è proprio un bravo poeta
Saluti a tutti
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